Quali saranno gli scenari futuri per il settore automotive aftermarket? La pandemia causata dal COVID come ha cambiato le nostre abitudini e quelle dei clienti? Ne abbiamo parlato con Marc Aguettaz, Managing Director GiPA Italia e profondo conoscitore del mercato aftermarket automotive.
Marc, prima di affrontare quello che ci aspetta quest’anno, puoi raccontarci come si è chiuso il 2020?
L’anno che si è appena chiuso è stato sicuramente un anno molto difficile, frutto non solo della pandemia ma anche di una recessione economica già in atto negli anni precedenti. Nel 2019 il mercato aftermarket era in profonda crisi e il 2020, anche a causa del COVID, non ha fatto altro che confermare questa tendenza. Secondo i nostri dati riferiti a meccanica e manutenzione, il cuore del mercato di Rhiag, a livello delle officine il 2020 si è chiuso con un calo dell’ordine del 14% del fatturato, una perdita che riguarda sia la manodopera sia la vendita dei ricambi.
Questi dati fanno riferimento all’intero mondo aftermarket, IAM e OES, ma nonostante questa perdita consistente il mercato IAM alla fine del 2020 ha aumentato di circa un punto e mezzo la sua quota, che si posizionava intorno al 67%, arrivando così sempre più vicino al 70%.
Questa crescita è figlia di diversi motivi. Il primo è che durante la fase di “lock down” le officine indipendenti sono state più reattive di quelle ufficiali, interpretando in modo più snello le direttive imposte dai vari DPCM. Un altro fattore importante è stata la vicinanza che le officine indipendenti, grazie anche a una presenza più capillare sul territorio, sono in grado di assicurare agli automobilisti. Ultimo fattore, non meno importante, un’offerta molto competitiva in termini di prezzi, in un periodo dove l’incertezza finanziaria non invogliava troppo a spendere.
I primi mesi dello scorso anno avevano registrato un buon andamento per quanto riguarda il settore aftermarket poi, a marzo e aprile con l’arrivo della pandemia, l’attività nelle officine si è drasticamente ridotta per poi ripartire lentamente a maggio e quindi tornare quasi come l’anno precedente da giugno fino a ottobre, quando si è purtroppo manifestata la seconda ondata del virus. Alla fine del 2020 la perdita complessiva del comparto aftermarket, compresa carrozzeria e pneumatici, si attesta intorno al 18,5%.
Questa forte contrattura del mercato è figlia solo del “lock down” o anche di una incertezza finanziaria sempre più consolidata?
Facciamo un passo indietro. I dati relativi al 2019 già mettevano in evidenza un certo rallentamento dell’attività di riparazione e manutenzione dei veicoli, quindi venivamo già da un periodo difficile. Il COVID e il “lock down” non hanno fatto altro che amplificare questa situazione. La crisi del comparto legato al settore auto in Italia si è tradotta in un risultato molto negativo per tutta l’economia del paese, generando molti timori e poca propensione alla spesa. Con l’arrivo della pandemia, l’impossibilità di muoversi e l’incertezza sul futuro hanno ulteriormente contribuito a ridurre le spese non solo nell’automotive ma in ogni settore commerciale. La capacità di spesa degli italiani non si è ridotta, anzi il valore dei conti correnti sta crescendo; il problema è che, a causa delle regole imposte dalla pandemia, si stanno riducendo le occasioni di spesa.
Partendo da queste considerazioni, quale sarà la prospettiva per il 2021?
Il 2021 sarà fondamentale per il futuro di molte realtà del nostro settore. Ci sono però alcune certezze che ci fanno pensare alla possibilità di poterne uscire più forti, a cominciare dal parco circolante che numericamente resterà invariato ma con vetture sempre più vecchie. E questo si traduce in nuove opportunità per il mercato indipendente. Rispetto al 2020, per meccanica e manutenzione, possiamo aspettarci nel 2021 un rimbalzo positivo di oltre il 10%.
Lo scorso anno gli operatori del settore hanno dovuto confrontarsi con nuovi sistemi di acquisto basati su piattaforme di e-commerce; è quindi ipotizzabile un incremento di ordini provenienti dal web, anche se le difficoltà che stanno riscontrando le officine nelle trattative economiche “online” stanno spostando la competizione sempre di più sulla capacità da parte del ricambista di offrire prodotti di qualità a prezzi concorrenziali. In questa ottica, ribadisco l’importanza di offrire una gamma di ricambi di qualità, ma a prezzi competitivi.
La complessità del parco circolante, intesa come marche e modelli, rende necessario per l’officina multimarca avere un ricambista di riferimento in prossimità, che possa così offrire un servizio rapido, oltre che coprire tutte le sue esigenze. I servizi a valore aggiunto, come la logistica integrata, saranno sicuramente elementi vincenti per affrontare le nuove sfide dell’autoriparazione. Detto ciò, l’officina dovrà comunque fare un importante salto di qualità, vendendo la sua manodopera a un prezzo adeguato evitando di marginare solo con la vendita dei ricambi.
Oggi più che mai viene richiesta la competenza del meccanico, rendendo così la formazione sempre più importante. Il periodo del COVID ci ha insegnato a utilizzare anche piattaforme online per poter fruire di attività formative, un sistema che ha il vantaggio di essere flessibile e che evita spostamenti che spesso si traducono in mancanza di produttività. Ovviamente certi argomenti si potranno affrontare solo in presenza, ma il giusto mix con la formazione online sarà vincente per la crescita professionale della categoria.
Concludendo, partiamo da una situazione molto negativa, figlia non solo del COVID ma anche di anni precedenti negativi. Il futuro si presenta promettente, con un parco circolante che invecchia e con gli automobilisti che stanno riscoprendo la comodità di affidarsi al meccanico di zona. Ovviamente la condizione resta quella di offrire un servizio di qualità, con la giusta produttività. La sfida è di operare sempre più in modo efficiente!
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